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Guardatevi dal nanismo in arte, questo sciagurato fenomeno del Contemporaneo generato da un Padre Stupido: il Contemporaneo a tutti i costi. Luogo misterico e mistificatorio di tanta arte degli ultimi venti - trent'anni, che ci fa passare di tutto e ogni suo contrario: dal geniale al finto geniale, dall'autenticamente qualitativo all'autenticamente mediocre, dal mediocre all'analfabeta d'assalto. Il tutto, in stand e vetrine di lusso. I nanoartisti, nano galleristi, nanocuretors, nanofruitori, ecc., scovateli ed evitateli……


Non è più tempo di artisti buoni o meno buoni. Quando se ne appropriano le lobby affaristiche dell'arte ( rassegne internazionali, case d'asta, ecc. ) vengono spacciati per geni. Iperefficienza manipolatoria. Ci vogliamo ricordare della segretezza e della riservatezza quasi sacrale di un Bonnard, un Brancusi, un Giacometti? ( vedere le stupende foto di quegli anni di un Cartier Bresson, un Doisneau. O della persistente disciplina d'atelier tra riflessività e azione febbricitante dei molti artisti americani degli anni '60 e '70 ? ( i Jasper Johns, Jim Dine, Rauschenberg , fotografati da Ugo Mulas attorno al 1964). Meno geni dunque, un po' più di umiltà magari…..

Sul Contemporaneo si alimenta una vastissima letteratura sussidiaria di tanto universo concettuale, minimalista, poverista, ecc. che peraltro non ne sentirebbe necessità, elaborandone strutturalmente una propria. Anche intellettuali del pensiero critico di assoluta autorevolezza ( es. Didi-Huberman ) ci significano, attraverso una letteratura tra il teorico e l'analisi critica, artisti dai linguaggi esilissimi, impalpabili, diremmo di confine, elaborando una complessità di significati, testi e sottotesti, pressoché assenti nell'opera di questi autori: una letteratura di fatto organica alla filosofia estetica, alla sociologia, all'antropologia, assolutamente autoreferenziale, come un corpo autonomamente significante. Come dire...l'opera è altrove!

Il lavoro di Cattelan non è solo il lavoro di un genio del Contemporaneo, è anche un illimitata presa per il culo di tutto il Sistema Arte (galleristi, critici, curatori, pubblico abituale ecc.).
Un interprete geniale per una straricca, straesibizionista, strainformata borghesia, vampirizzata dagli affari, da un giro di denaro stratosferico, vampirizzata da un'assolutamente narcisistico erotismo monetario.
Da un intervista a Cattelan, su Repubblica (2011): "nel mio caso, però si tratta di un mercato "ormonato", dove comunque non sono gli artisti a fare lievitare i prezzi. Quindici anni fa l'arte contemporanea non era così: oggi, se non sei soggetto di speculazioni economiche, non vieni considerato di qualità...".
Circa un anno fa Cattelan si è preso un'ulteriore soddisfazione: si è PUBBLICAMENTE DIMESSO DALL'ARTE... Non solo geniale... di più!